Donna e pubblicità: il femvertising
Feminism (femminismo) + advertising (pubblicità) = femvertising, il fenomeno in cui le campagne pubblicitarie sponsorizzano prodotti promuovendo uguaglianza di genere e messaggi di empowerment femminile e inclusività.
Questo nuovo modo di fare marketing nasce nei Paesi occidentali intorno al 2010, ma si diffonde ufficialmente a partire dal 2014 soprattutto negli Stati Uniti. L’evoluzione del femminismo ha spinto nel tempo a soffermarsi e a riflettere su una rappresentazione più autentica delle donne, per questo c’è stata una crescente richiesta di mostrarle in modo positivo, rispondendo alle critiche sulla sessualizzazione femminile nelle pubblicità.
Come per ogni strategia di comunicazione, anche questa ha i suoi lati positivi e negativi.
Perché adottare il femvertising? Ecco cinque motivi:
1. Rispondere al crescente desiderio di inclusività e autenticità, offrendo rappresentazioni reali che permettono un’intesa con il pubblico;
2. Migliorare l’immagine dell’azienda posizionandola come progressista e attirando i consumatori che condividono gli stessi valori;
3. Contribuire ad un aumento di visibilità della società sui social network;
4. Permettere all’azienda di emergere e distinguersi tra i competitors;
5. Dimostrare di abbracciare una cultura aziendale in favore della parità di genere all’interno dell’azienda stessa, la rende più attrattiva per i propri dipendenti e quelli futuri.
Un motivo per non fare femvertising:
1. Il rischio più grande del femvertising è che i messaggi risultino forzati e non veri, banalizzando anche il femminismo. Il pubblico 4.0 è sempre più attento a ciò che legge, a ciò che vede, a ciò che ascolta. Ormai sa riconoscere chi sostiene davvero una causa sociale e chi, al contrario, si limita a sfruttarla per scopi puramente economici. Questo fenomeno è noto come “Pinkwashing”, ossia l’uso strumentale dei temi legati al femminismo da parte di aziende e organizzazioni, orientato al miglioramento della propria immagine, senza un reale impegno o supporto concreto.
A voi la scelta: femvertising sì o no?